Quando ero giovane avevo due certezze nella vita: la seconda è che non dovevo fidarmi delle promesse dei ragazzi, perché la maggior parte di loro avrebbe perfino venduto la propria madre ai mercanti di schiavi pur di – perdonate il francesismo – farsela dare.
Al liceo, infatti, le ragazze più popolari non erano tanto le più belle, quanto quelle di cui si sapeva che, genericamente, “la davano”.
Da qualche anno a questa parte non è più così: gli uomini sono le nuove donne e hanno deciso di tenere il loro prezioso membro ben al sicuro nei calzoni, casomai si sciupasse, utilizzandolo.
Evoluzione e centinaia di anni di rivoluzione culturale non hanno cambiato i nostri impulsi biologici, ma solo le modalità attraverso le quali questi si esplicano e si soddisfano.
Oggi, sempre più di frequente, l’appagamento delle pulsioni del maschio contemporaneo è limitato a parole ed immagini. Sembra non esserci più spazio per l’incontro fisico, per le notti di passione, per l’appagamento reale dei sensi.
Non c’è più spazio neppure per l’emozione intensa ( la si può ritenere adrenalinica o dolorosa, si può non essere eticamente d’accordo, ma sempre intensa rimane) del tradimento; di questi tempi persino questo si consuma quasi esclusivamente sul terreno del virtuale. I rischi sono limitati, gli eventuali danni circoscritti: forse questa cosa fa pensare ai maschietti che lo perpetrano che non è così, che non si tratta di un tradimento vero e proprio, che non stanno mancando di rispetto alle loro compagne o mettendo in dubbio l’amore che provano per loro. Sbagliano.
Non conosco nessuna donna che possa tollerare a cuor leggero il pensiero del proprio compagno che passa giorni interi con gli attributi in erezione perché sta scambiando messaggi con un’altra che considera estremamente eccitante.
Non solo, guardiamo la cosa da un altro punto di vista: quello dell’altra, l’oggetto – momentaneo -del desiderio. Magari lei stava scrivendo ad un suo amico, dopo essersi incrociati casualmente. Magari come d’abitudine parlavano di libri, grande passione comune, oppure si stavano confidando un qualche accadimento. All’improvviso la “conversazione” cambia tono, diventa insinuante e poi via via più esplicita: l’amico rivela di essere stato da sempre “incuriosito” dal lato erotico di lei, di aver pensato più volte a come sarebbe stato fare sesso insieme e di aver immaginato luoghi, modi e situazioni. Dopo qualche giorno il discorso, rigorosamente scritto, si fa più hard e si conclude con la dichiarazione esplicita: se fossi single verrei a letto con te anche adesso.
Peccato però che l’amico non sia affatto single al momento, anzi: è fidanzatissimo da tempo. Peccato che magri anche lei, proprio in seguito alla sorpresa della rivelazione, abbia fatto più di un pensiero “impuro” sull’amico in questione.
Lasciando da parte per un attimo ogni considerazione morale sul tradimento in sé, perché non appagare il desiderio ormai nato?
Perché privarsi della realizzazione fisica di un qualcosa che si è immaginato da tempo, costruito verbalmente per giorni?
L’uomo in questione si nasconde dietro uno scudo morale, dietro un comportamento che in realtà ha già rinnegato: vorrei farlo, ma non lo farò perché amo la mia compagna. Solo che lui la sua compagna l’ha già tradita più di una volta sul piano “virtuale”, che può sembrare disgiunto dalla realtà, ma non lo è.
I sentimenti e i desideri sono unici. Non abbiamo ancora – per fortuna! – sentimenti e desideri virtuali e sentimenti e desideri reali. Soprattutto non possono esistere una fedeltà reale ed una virtuale.
Non riesco a comprendere questi comportamenti, non riesco a sentirmi appagata dalla pura e semplice descrizione dell’atto, dal “cosatifarei”, dalla versione adulta del gioco del “facciamo” che tanto ci appassionava da piccoli.
Certo, descriversi alcune cose potrebbe essere un eccitante preludio, ma non siamo più bambini: le cose che vorremmo fare, nei limiti del possibile e prendendosi le proprie responsabilità, andrebbero fatte, altrimenti è meglio tacere.
Parlare di una cosa, talvolta, equivale a farla accadere e, come ormai è risaputo, l’unico modo di liberarsi di una tentazione è cedervi.
In qualche caso, prima che sia la tentazione a liberarsi di voi.
Aggiungerei che la mancanza di rispetto è anche nei confronti della possibile amante, visto che questo tipo di uomini “si fa venire l’appetito fuori ma poi va a mangiare a casa”, come diceva saggiamente una mia anziana conoscente. E invece alla fanciulla in attesa, che pure ha i suoi sani appetiti, non rimane che la passione virtuale…
Si, infatti… Forse non l’ho sottolineato a sufficienza, ma sicuramente l’amante in fieri accumula una dose di frustrazione che… Lasciamo perdere!!!
Ma poi mi chiedo: prima di facebook, what’s up e qualsivoglia social… Questi tradimenti virtuali esistevano?!?
Esistevano le chat e gli sms… Prima ancora, credo che alla gente piacesse ancora scopare!
Ecco, appunto.
Si vede che siamo all’antica, DueNote!
(Non farti fuorviare dal nickname, che solitamente ingenera erronei pregiudizi e preconcetti)
Ho notato che molti miei “colleghi” maschi nutrono i loro bisogni di conferme con tutta una serie di flirt (virtuali o meno), e soddisfano in tal modo il proprio ipertrofico ego. Quindi la seduzione (erotica o meno) è fine a se stessa. Rassegnati 😜
Che tristezza, però!
Miseria e nobiltà. E la prima soverchia di molto la seconda
Il futuro non è roseo…