Primavera: si risveglia la natura e si risvegliano i sensi e, per quanto possa piacere a qualcuno essere originale e sentirsi fuori dal coro, per i più svariati motivi, e negarne gli effetti, la biologia, esattamente come la matematica, non è un’opinione.
Non che i miei si fossero sopiti, la verità, diciamo che per il momento erano (sono?) unidirezionati, ovviamente verso mr. Wrong, con cui prosegue un vivace ed intenso scambio intellettuale ed emotivo, ma che ha tirato un po’ i remi in barca riguardo al vederci; nutro il timore che il richiamo della famiglia stia avendo la meglio e, nonostante io ci perda il sonno e l’appetito – agevolando così la prova costume -, non mi sento di fargliene una colpa: ho sempre saputo che avrebbe troppo da perdere, anche se non ho smesso ancora di sperarci del tutto.
Il problema è che, complice il bel tempo, i miei ormoni sono rientrati in massa da Vercelli, dove, ormai adulti, avevano trovato tutti lavoro presso una risaia, e stanno cominciando a distrarsi dall’oggetto del desiderio e a scalpitare.
Peccato che non sappiano minimamente dove dirigersi in alternativa:
– Teddy, tra i suoi pigiami di pile e le gaffes orrende da cui non riesce mai ad esimersi, mi è venuto così a noia che a malapena rispondo ai suoi sempre più radi messaggi.
– La Bestia, che, onestamente, vista la resa e l’intesa, è l’unico con cui mi sollazzerei sempre e comunque, lancia segnali troppo blandi per essere presi seriamente in considerazione, e non ho nessuna intenzione di partire io all’attacco, col rischio di sentirmi rispondere che stiamo bene così, e non si sente di rischiare nuovamente la nostra amicizia (inutile spiegargli che non si corre alcun rischio di questo genere, è così testardo quando si convince di qualcosa che nulla lo smuove).
– Il cestista, altro esemplare di maschio decisamente compatibile, è impegnato e convivente (situazione che, attualmente, sdoganato il ritorno al puttanesimo senza tema per le conseguenze e implicazioni morali, non sarebbe più di per sé un problema), ma vive in Toscana.
– Zakk Wylde non solo risiede negli States, ma soprattutto ormai, invecchiando, somiglia più ad un irsuto benzinaio dell’Alabama che al fascinoso rocker di cui, ragazzina, mi innamorai guardando il film “Rockstar”, all’epoca che fu.
Ecco, io vorrei entrare nella vita di uno qualsiasi dei maschi presenti nel sopracitato elenco (con una spiccata preferenza, va bene, lo ammetto) sicura come la primavera cantata da De Andrè, e travolgerla senza esitazioni, godendoci la reciproca compagnia fin quando fa male, fin quando ce n’è, ma ho il vago sospetto che proprio non sia possibile, al momento.
In buona sostanza, dopo attenta disamina e vaglio della situazione, all’orizzonte non si intravedono maschi piacenti, manco vivessi, come Georgie, sperduta nella ridente e sconfinata campagna australiana, dopo la dipartita dei suoi due non-fratelli (confesso: su Abel ho sempre fatto un pensierino, fin da bambina!) e si sta facendo sempre più strada il timore che, salvo inaspettate e travolgenti sorprese, dovrò superare le tempeste ormonali primaverili col solo ausilio delle mie più sfrenate fantasie su mr. Wrong, e non mi pare esattamente quella che potremmo chiamare una rosea prospettiva!