I tempi, soprattutto rispetto ai romanzi degli anni ’50 e ’60 che adoro leggere (insieme a King, Benni, Murakami e un sacco di altre roba), sono decisamente cambiati e nessuno si scandalizza più se è una donna a fare avances o a corteggiare un uomo, anzi: pare che anche il maschio italico abbia iniziato un processo di scandinavizzazione, limitandosi ad ammiccare attendendo che la lei di turno quantomeno gli chieda di uscire. In pratica, gli uomini sono le nuove donne. Che bellezza.
Il mio problema, però, risiede in questo: io non ci provo mai per prima. Non solo non ci riesco, ma lo trovo innaturale. Non parliamo poi del fatidico momento in cui dovrebbe scattare il primo bacio: mai mai mai nella vita, neanche nei momenti più alcolici e/o disperati della mia esistenza, per quanto un uomo potesse piacermi, ho proteso le labbra per prima in direzione dell’amato bene.
Non sono costituzionalmente capace di farlo, probabilmente perché ho una niente affatto celata incapacità di gestire il rifiuto: se lui si voltasse all’improvviso, facendo così atterrare il mio bacio su di una guancia più o meno irsuta, non avrei altra scelta che impiccarmi in bagno, sopra al bidet. Ora, siccome sono ancora troppo giovane e, nonostante tutto, amante della vita per suicidarmi in un modo tanto tragico, preferisco non correre alcun rischio.
Sono scelte: va bene prendere ciò o chi vuoi, ma dev’essere comunque l’uomo, il maschio, a lanciare l’offensiva decisiva, anche perché, in caso contrario, mi sentirei in qualche modo sminuita e dubiterei PER SEMPRE del suo reale interesse per me – lo so, sono contorta, assolutista e pretendo moltissimo dagli altri, tutto vero.
Il dramma, però, nasce quando mi trovo ad avere a che fare con un uomo come me, ovvero con qualcuno che, per motivi suoi, ha le mie stesse remore e il mio stesso atteggiamento, con cui la assolutamente deliziosa, non dico di no, fase del flirt reciproco si protrae all’infinito, mentre né l’uno né l’altra si espone più di tanto.
In questi casi, mi arrovello: la mia parte guerriera non tollera l’inazione, ma il mio istinto di autoconservazione mi riporta alla mente il rischio dell’impiccagione, e lo spettro del bidet tormenta ogni mia fantasia in proposito. Lo stallo è netto, e nell’incapacità di decidere, non decido.
Che fare allora, in questi casi, seguire la propria natura più profonda, o cercare di cambiare?
Tesoro, ci pensa la zia.
Un giorno, forse, ti racconterò di come ho fatto ingelosire un tipo che non voleva decidersi. Era una vita fa, ero diversa da oggi. Ma non così tanto diversa.
Eh, tesoro, te devi buttà, se no fate la muffa.
Bacio.
Il timore della muffa infatti mi terrorizza, ma quello del rifiuto mi terrorizza di più…
Me lo racconti come l’hai risolta tu?
:*
È una storia da due amiche in un pub davanti a due birre, nulla che possa stare in un commento.
Buonsenso festa tesoro.
Peccato, mi sarebbe piaciuto conoscere l’aneddoto… Certo, dal vivo sarebbe ancora meglio!
Un bacione
Oh come capisco tutto ciò! Nessun consiglio purtroppo, ma se trovi una soluzione batti un colpo… Solo una considerazione: se il maschi in questione e “tipico torinese” la questione potrebbe farsi molto complessa 🙂
Eh… Torinese è torinese. Bel guaio, vero?
È un’impasse da cui non si esce!
Secondo una serissima ricerca svolta da me stessa, gli uomini timidi non esistono. Qualunque sia il loro carattere, gli ormoni hanno il sopravvento.
Se una donna gli piace, ci provano. A meno che lei ogni volta che li vede non arricci il naso e faccia: “Bleah!”. Ma in realtà, a volte anche in quei casi.
Tutte le volte che mi sono buttata, sotto non c’era nessuno a prendermi. Questa è la mia triste e commovente esperienza.
Ed è proprio quel che temo io… 😦
Vit’amara!
E poi scusa, se dovessi essere io a fare la prima mossa mi scenderebbe l’ormone e mi metto a fare la maglia con i ferri dell’8.
Dai su!
😀
Concordo, e infatti l’ho esplicato nel post! Ma lui continua a ripetermi che non ha mai fatto la prima mossa, mai corteggiato una donna, bla bla bla… E una, poraccia, che deve pensà?!
Che non gli piacciono le donne …? Ahahah. Scherzo, però in effetti uno così è disarmante. O ti butti o… lo butti! 🙂
Eh… Fosse facile!
deve pensare che è un narcisista. Non penso tu lo sia a tua volta, ma credimi, in una coppia ne basta giù uno.
Ma noi non siamo una coppia. 😦
Non ho consigli per questa empasse,sia per manifesta ingenuità (di solito in questi casi fraintendo o vengo fraintesa) che per troppo tempo passato dall’ultima volta che mi è successo di trovarmi a pensare al “primo passo”…solo una domanda:neanche nessuno scambio di parole fra voi sulla “strana situazione”?perché stiamo parlando di mr wrong,giusto?
Si, parliamo di lui.
Che dice che abbiamo un’amicizia particolare perché siamo spiriti affini. Il che è vero, ma è proprio per questo che dovremmo essere innamorati, secondo me!
Solo che… Lui non può, per ovvi motivi. Io la vedo così.
Scusa, ho scoperto oggi il tuo blog e mi piace un sacco! Ma chiariscimi una cosa… quali sono gli ovvi motivi per cui lui non potrebbe???
Per quanto io sostenga la tua idea di non fare il primo passo e, credimi, l’ultima cosa che non voglio è trovarti impiccata su un bidet, penso che sia a volte necessario dare un bel calcio ai paletti che ci imponiamo. Rischi annessi, ovvio. Ma arrivati ad una certa, io non potrei più aspettare! In fin dei conti, se non giochi, non vinci. 😉
Ops… Mi correggo! Volevo scrivere “l’ultima cosa che voglio”.
Grazie, sono assai felice che ti piaccia il blog!
Lui non può per il motivo più vecchio del mondo: è sposato e figliato.
😦
Bella de nonna, ricordati l’importanza di dare segnali. Certe persone, tipo me, sono delle merde a capire i segnali. Certi uomini (come me) non capiscono che la ragazza è pronta finché non ricevono un report dell’OECD che lo confermi. Quindi, non farti avanti, ma faglielo capire definitivamente che ci stai con dell’efficace comunicazione paraverbale e nonverbale. Ossia il piedino.
Attendo un tuo esaustivo e significativo post in merito al piedino prima di agire! ^^
Si può fare! 🙂
Seguendo la propria natura profonda non si sbaglia mai.
Se sei contorta tu lo sono anch’io, non potrei convivere col dubbio sul suo reale interesse per me, perciò lancio segnali che a me paiono inequivocabili e se lui è proprio tonto, amen. Non ho perso granché.
Infatti, per ora, taccio… Però, che vita complicata!!!
Ma vero? E’ che loro al due di picche ci fanno il callo presto, mentre noi lo prendiamo come un’umiliazione inaccettabile. Io ne ho incassati un paio, le pochissime volte che mi sono lanciata (dopo averci pensato mille volte), e mi hanno talmente offesa che piuttosto di rischiare ancora preferisco trovare un modo di far diventare piacevole la muffa.
la muffa non è una soluzione, l’impiccagione neanche. Non è piacevole essere rifiutati ma è successo a tutti e tutti siamo sopravvissuti. E perché non provare con un abbraccio amichevole, poi sempre meno amichevole? se non apprezza, te ne accorgi subito e puoi fare una ritirata onorevole, Forse però qualcosa si potrebbe smuovere.
Abbracci ce ne sono già stati, e pure molto emozionanti… Ma non so, purtroppo i casini sono grandi e molteplici: che novità!
Io una volta mi sono buttata, ed è stato un disastro. Non nell’immediato eh, ma a lungo andare ho capito che non avrei mai dovuto! Avrei dovuto aspettare! 🙂
Ecco… Ma infatti è questa l’altra mia paura: buttarmi, ottenere il risultato e poi pentirmi, non del risultato ma della dinamica delle cose…