I sentimenti e le emozioni non sono quasi mai netti e ben definiti, quando nascono somigliano molto più ad una massa magmatica in continuo movimento, che non a rocce salde e immutabili. Spesso, poi sono proprio i diretti interessati a non rendersi conto di cosa stia realmente accadendo.
Non vi è mai capitato che fossero le persone attorno a voi ad aver capito, prima e meglio di voi stessi, cosa provavate?
A me è accaduto in modo eclatante almeno un paio di volte e, a sostegno della mia tesi, oggi ve ne racconterò una.
Un gruppo di amici. Non è difficile da immaginare, giusto?
Ecco, immaginiamoli:un gruppetto ben affiatato, poco meno di trent’anni, ragazzi e ragazze, rockettari e un po’ alternativi, come si diceva allora.
Il gruppo più stretto, fidanzati esclusi, si conosce da circa dieci anni: l’inizio dell’università.
Tutto è limpido tra loro: non ci sono storie segrete, attrazioni nascoste, rancori repressi, nulla di questo genere; “solo” amicizia, voglia di stare insieme, passioni ed interessi comuni. Anzi, Red e Carrie hanno addirittura visto aumentare la confidenza reciproca, quell’inverno.
Un gruppo di amici come tanti.
È primavera, l’aria si fa tiepida, le serate sono miti, la collina di Torino è dolce-, il nostro gruppetto è a cena a casa di Red: si ride, si beve, si chiacchiera.
Red e Carrie parlano di una canzone, non riescono a ricordare titolo e autore, solo la melodia, Si spostano in camera da letto, così lui può suonarla al pianoforte: niente, somiglia a qualcosa degli Smiths, ma non sono loro – e beh, ti pare che potremmo non riconoscere gli Smiths?
Red continua a suonare, sopra al pianoforte c’è una bellissima foto di lui ed Hazel, che è rimasta con gli altri in cucina; nella foto si guardano, innamorati, mentre lui continua a suonare per Carrie, la sua amica, che conosce da dieci anni, che ama la musica ed è rapita dal piano.
Suona per un po’, finchè i richiami degli altri che si stanno preparando per uscire non li riportano alla realtà. Red si alza dal pianoforte, ma subio dopo lui e Carrie restano fermi, in piedi, al centro della stanza, parlottano ancora un po’ degli Smiths e del profumo di lei, che a lui piace sempre tanto.
All’improvviso si zittiscono, di botto: restano lì a fissarsi, imbambolati, come se non si fossero mai visti prima, lui fa un passo verso di lei, è tutto normale, ma all’improvviso sembra terribilmente strano, poi un altro piccolo impercettibile passo… Ed entra Inid, come un piccolo uragano: – Ragazzi, dai, vi sbrigate? Dobbiamo andare allo Spazio!
Red e Carrie si riscuotono ed escono insieme agli altri, ridono, chiacchierano…
In auto il visetto di Inid ha un’espressione strana, carrie la nota, ma non ci pensa più di tanto, così come non pensa affatto all’accaduto, ma solo a quanto le è sempre piaciuto sentir suonare un pianoforte.
La serata fila via come al solito: alla grande.
Una settimana dopo, venerdì sera:
– Cosa si fa ragazzi? Dove andiamo?
– Al Wipe Out, Red vuole andare lì!
– Ma ha preso proprio una fissa! Va bene, ci troviamo lì!
Ritroviamo i nostri, più uniti che mai,, al Wipe Out, si balla, si beve, si scherza.
Red e Carrie chiacchierano, stanno ridendo, come milioni di altre volte (dieci anni non sono pochi) e, come milioni di altre volte, lei gli chiede di “farle il gatto”. È una loro affettuosità, un piccolo rito che si perpetua da anni: Red appoggia le mani e il viso alla spalla di Carrie e, facendole i “grattini”, imita il suono delle fusa, come se fosse un gatto, appunto.
Milioni di altre volte Red ha fatto il gatto, è una sciocchezza che conoscono tutti, non significa nulla di particolare eppure, quando Hazel li chiama perché si avvicinino al bar anche loro, si voltano entrambi di scatto, urlando quasi: – Cosa c’è?! Stavamo solo facendo il gatto!
Sembrano proprio due bambini sorpresi con le dita nella marmellata, ma loro – fino a quel momento – davvero non sapevano quel che stavo accadendo, non si erano neppure accorti di aver preso il barattolo della marmellata dallo scaffale, proprio perché, talvolta, le attrazioni nascono così inaspettatamente che impieghiamo settimane, persino mesi, a rendercene conto.
Red va al bancone, Carrie farfuglia di dover andare prima in bagno, non sa come nascondere l’imbarazzo per la consapevolezza che l’ha colpita all’improvviso, come un pugno.
La raggiunge Inid, che ha assistito a tutta la scena: – L’ho capito la scorsa settimana, quando sono entrata in camera di Red c’era un’atmosfera così strana…
– Io invece non avevo capito un bel niente, fino a trenta secondi fa, risponde Carrie, attonita.
Esce dal bagno con Inid e raggiungono gli altri al bancone, è iniziato il giro dei chupitos, come in milioni di altre serate, ma proprio in quella serata, così apparentemente uguale a tante altre, tutto è cambiato.